Intervista Chiara Pepe, Segretaria diocesana Msac Messina-Lipari – Santa Lucia del Mela
Chiediamo a Chiara Pepe, Segretaria diocesana del Circolo di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela di raccontarci il suo rapporto con il Msac e con la scuola, insieme alle attese del suo Circolo nei confronti di questo nuovo periodo che si inaugura per il Msac.
Partiamo da una domanda semplice: come ti sei sentita scelta Msac?
È proprio così. Il Msac ha scelto me, e infatti da quando l’ho conosciuto non ne ho potuto più fare a meno. Sento che la mia esperienza scolastica sarebbe stata più povera senza Msac. Sapere che esista un movimento di studenti che vogliono sradicare l’idea che la scuola sia un ambiente tossico: questo dà molta speranza.
Cosa è cambiato nel tuo rapporto con la scuola da quando sei impegnata nel Msac?
Sono cresciuta in una famiglia di prof: mi è sempre piaciuto studiare, e la scuola in generale. Il Msac mi ha dato uno sguardo nuovo per vedere che la suola non fosse solo compiti in classe e lezioni, ma che potesse essere anche tanto altro. E questo si è realizzato in particolar modo alle superiori con la rappresentanza. Il Msac mi ha dato più coraggio per far sentire la mia voce, ma senza impormi agli altri.
Tu e Giorgia siete state elette il 26 gennaio, qualche settimana dopo è iniziata la pandemia di COVID-19. Cos’è cambiato?
Il blocco è stato duro: tutto è stato messo in stand-by. Nessuno ci ha insegnato come essere Segretarie, perché è mancato quel momento di formazione. Per quanto avessimo l’appoggio del Settore giovani in diocesi. Abbiamo puntato tanto sui social, creando dei contenuti per farci compagnia oltre la distanza. Il gemellaggio con Vicenza e Palestrina è andato benissimo. Insieme abbiamo pensato al Kit SQS (Scuola Quotidianità Stress), con consigli utili per vivere la DAD. A Messina siamo stati un attimo frenati, ma vogliamo farci conoscere di più nelle scuole.
Ci stiamo avvicinando al Congresso Nazionale Msac. Cosa ti aspetti da questo triennio come Circolo? Quali sono i bisogni a livello territoriale che il nazionale dovrebbe intercettare?
A livello territoriale il problema più grande è siamo ancora troppo poco conosciuti. Diversi giovanissimi conoscono il Msac, ma molti altri non conoscono ancora… e una volta che conosci il Msac poi non ne puoi più fare a meno! Dal nazionale mi aspetto che si accompagnino fino alla nascita più Circoli possibili, sempre per portare a più studenti questa realtà così bella come il Msac, che fa vivere la scuola con un cuore e occhi diversi. Serve tanta formazione per Segretari. Tutti ci siamo trovati bloccati, ma questa è l’occasione che abbiamo per diffondere il nostro messaggio. Bisogna tornare alla base e capire se stiamo facendo bene il nostro compito.
Hai menzionato la necessità per il Msac di stare sempre più nelle scuole: come pensi che il Msac possa essere presente nella scuola del 2021? Come ti immagini il Msac del futuro?
Rispetto alla tua prima domanda, dovremmo essere ancora più presenti al FAST, portando le voci degli studenti a livello nazionale. La mia impressione è che ci sia dal Ministero voglia di dialogo, non dobbiamo farci scappare questa occasione. Poi, mi immagino un Msac sempre presente e che sappia reinventarsi. Servono idee creative per ripartire.
Vuoi dirmi qualcos’altro?
Poco prima del congresso diocesano, non sapevo se fosse il momento adatto per me oer questa responsabilità. Barbara, allora presidente diocesano mi disse: “capisco tutte le tue paure. Dio non sceglie chi è capace, ma rende capace chi sceglie”. Allora mi sono detta che il Msac è proprio questo: sentirsi scelti.